giovedì 27 novembre 2014

I DRIVER DELLA COMUNICAZIONE



21 NOVEMBRE 2014 - LABA TORBOLE, MARKETING, 
A CURA DEL PROF. CORRADO CORRADINI

Alla base della comunicazione di un prodotto ci stanno linguaggi, simboli, suoni,  immagini che devono fare provare emozioni. La pubblicità infatti si basa sul mi piace/non mi piace, generato dalla lettura di immagini che noi associamo a differenti sensazioni, come nell' esempio del simbolo del triangolo rovesciato la nostra mente a primo impatto associa al segnale di attenzione. Queste correlazioni psicolinguistiche però variano completamente in base a luoghi, culture e società.
Alla base della comunicazione e quindi del nostro ego, ci stanno tre driver fondamentali: energia, empatia ed esistenza.


ENERGIA: è la capacità di creare movimento verso una scelta.
EMPATIA: è il movimento generato dall'energia che viene indirizzato verso il piacere o il non piacere.
ESISTENZA: è la consapevolezza totale di esistere e quindi poter fare delle scelte.

Quindi se voglio essere compreso il mio messaggio deve essere energetico, empatico e dare un motivo all'esistenza: questo è il caso in cui una pubblicità è valida.
Tal discorso non è valido per ogni cultura, infatti l'obbiettivo di un messaggio sarà differente in base ad ogni società, che avrà differenti valori condivisi collettivi. Se non si comprende lo stesso linguaggio non può esistere un dialogo.



mercoledì 19 novembre 2014

DREAMSLAB: CAVE3D, SCIENZA E FUTURO


DREAMSLAB (Dedicated Research Environment for Advanced Modeling and Simulations) si trova a Pisa, nel Palazzo della Carovana della Scuola Normale Superiore di Pisa.
Il team di ricercatori e dottorandi si occupa della visualizzazione e manipolazione tridimensionale di dati con una simulazione che sfiora la realtà.


Il cuore del laboratorio è Cave3d, un'ambiente virtuale riconfigurabile.
l'operatore si muove in questa stanza di 3mc, riusciendo a muoversi all’interno di molecole, spezzarle e ricomporle con le mani, variare le forze che agiscono tra le parti, alterare le sequenze, simulare il funzionamento di sistemi complessi, fino a controllarne i processi in modo da progettare dei nuovi prodotti in un vasto settore di attività, come per esempio in diversi campi culturali, scientifici, chirurgici, di riabilitazione e in campi urbanistici e di restauro.
Dreamslab offre quindi al pubblico l'unione tra realtà e mondo virtuale, per riuscire a risolvere problematiche attuali, avvicinandosi sempre di più ad un futuro prossimo.

MARKETING EMOTIVO: L'INTENTION TO BUY


14 NOVEMBRE 2014 - LABA TORBOLE, MARKETING, 
A CURA DEL PROF. CORRADO CORRADINI


L' uomo compra emozioni non oggetti.
Se analizziamo questa frase possiamo notare come l'acquisto sia influenzato da emozioni. quante volte ci è successo desiderare qualcosa, veder il prezzo e pensare che è un prezzo accessibile anche se in realtà è oneroso! Le emozioni spesso sono più forti della razionalità e ci inducono a fare acquisti dove accettiamo un'onere che ci permette di avere beneficio dall'oggetto ma in realtà è solo un beneficio psicologico e non concreto. Se un oggetto non ci fa percepire emozioni probabilmente risulterà essere invenduto. Un'altro fattore da considerare è il tempo. Per essere più chiari la durata dell'emozione che ci ha spinto a comprare che definisce in quanto precipita il valore dell'oggetto per noi. Un emozione infatti avrà una durata e definirà quanto e in quanto tempo sarò più o meno soddisfatto di un oggetto.

Tutto ciò può essere riassunto con il termine Price Sensitivity, quindi la sensazione di prezzo. Ma il fattore principale risulta essere l' intention to buy (ITB), cioè la volontà di comprare un' oggetto che si suddivide quindi in emotional price (PE=prezzo emotivo) e real price (PR=prezzo reale).
Analizzando bene il PE situò dire che è il valore personale che noi diamo ad un oggetto. Ma il PE si trasforma in Premium Price nel momento in cui un'azienda affida un prezzo più alto al prodotto per far credere che esso sia di miglior qualità di ciò che è in realtà. I valori che determinano il PE possono essere il gusto personale, la reputazione sociale del brand, la marca, le prestazioni del prodotto, le promozioni e la pubblicità.


Quando decido, però, di acquistare un prodotto (ITB)?
se PR>PE allora non acquisto
se PR<PE allora acquisto



MARKETING E DESIGN: MATERIALI E EMOZIONI


7 NOVEMBRE 2014 - LABA TORBOLE, MARKETING, 
A CURA DEL PROF. CORRADO CORRADINI

Il design è un linguaggio tramite il quale un designer da vita ad un oggetto. Lo scopo è di rendere anche la cosa più banale innovativa, utile, senza tralasciare, comunque, l'estetica. Ci sono quindi diversi parametri che influenzano le scelte di progettazione, quali ergonomia, praticità, vendibilità e soprattutto da non sottovalutare la scelta dei materiali. Un materiale risulta fondamentale perché un prodotto sia riuscito o meno. La scelta del materiale, la lavorazione, le caratteristiche tecniche posso fare provare emozioni differenti rispetto alla scelta di un materiale differente e quindi influenzano parecchio la scelta dell'acquirente. Se il lavoro del designer è fare provare emozioni tramite un oggetto la scelta del materiale è fondamentale. Quindi di essenziale importanza è che il progettista abbia un'ampia conoscenza dei materiali e soprattuto delle tecnologie in via di sviluppo. In questo caso è importante citare anche delle materie completamente diverse dalla progettazione di oggetti, quali la fisica e la chimica che portano allo sviluppo i materiali e quindi stanno alla base del design.




Il fattore emotivo è quindi un seguito diretto alle scelte del designer, che dovrà sviluppare minuziosamente tutti i dettagli, creando nel cliente il desiderio di acquistare quel prodotto perché unico. Entra quindi in gioco la Unique Selling Proposition che sta anche alla base anche del marketing moderno.

MARKETING PUBBLICITARIO

31 OTTOBRE 2014 - LABA TORBOLE, MARKETING, 
A CURA DEL PROF. CORRADO CORRADINI


Partiamo dal principio che un designer è una persona che crea un oggetto che deve fare provare delle emozioni per poi riuscire a venderlo. per riuscire a vendere un prodotto quindi bisogna ricorrere a strategie di comunicazione per trasmettere pienamente i valori dell'oggetto stesso. Ecco che si ricorre al marketing pubblicitario. Il marketing pubblicitario è l'unione fra il marketing, che ci insegna con le sue strategie a chi vendere e la pubblicità che è il mezzo tramite al quale si riesce a vendere il prodotto, influenzando l'acquirente.





Tramite la pubblicità bisogna fare in modo che l'oggetto stesso diventi frutto di desiderio; deve essere quindi assolutamente convincente. Ogni giorno noi stessi siamo influenzati da continui input che ci fanno decidere se un oggetto lo voglio oppure no, ma a volte questo procedimento avviene inconsciamente. Infatti la domanda che ci dovremmo porre è: ma questo oggetto lo desidero veramente o no? Posso acquistarlo o non posso?
Una buona campagna pubblicitaria potrebbe fare credere che un oggetto noi lo vogliamo realmente anche se in realtà non è così, e magari ci fa compiere acquisti per ottenere un qualcosa che potrebbe essere assolutamente superfluo.
La pubblicità infatti ci fa identificare in valori determinati proprio da essa e ci fa scegliere un prodotto piuttosto che un altro.
La nostra libertà è definita da un punto di scelta, che dovremmo focalizzare e analizzare attentamente prima di procedere ad un acquisto spinto da questi input che ci bombardano assiduamente.
In sostanza un oggetto deve fare suscitare emozioni, che però devono essere trasmesse ad un pubblico e ciò avviene tramite i valori che la pubblicità ci conferisce.



LA DONNA E LA PUBBLICITA'

"chi mi ama mi segua" 

Approfondendo il discorso pubblicità si può notare che a livello mediatico la donna ne fa da padrona. La figura femminile è cambiata nel tempo diventando oggetto di desiderio. Infatti la donna attira gli uomini, come riesce ad attirare egualmente le donne che si rivedono in essa. E' sicuramente una figura forte anche se alcune pubblicità non si capisce bene se cerchino di vendere la donna, il suo corpo, la sua sensualità oppure l'oggetto. Per notarlo basta fare un'analisi delle pubblicità a campionamento (vedi Pavesi, Opel, Calzedonia...).
In conclusione la figura femminile facilita sicuramente la vendita di un prodotto, diventando si un oggetto, ma in particolare un oggetto di visione.