sabato 27 dicembre 2014

DESIGN E IL MARKETING SENSORIALE

19 DICEMBRE 2014 - LABA TORBOLE, MARKETING, 
A CURA DEL PROF. CORRADO CORRADINI


Stiamo vivendo un momento storico dove il mercato è saturo d'oggetti, e lo spiccare, l'essere diverso è fondamentale per emergere nel mercato. E' in questo caso che viene chiamato in campo il mondo del design. Infatti un designer ha il compito non solo di progettare ma di capire le correnti di pensiero, la moda, essere attuale. Per far ciò bisogna affidarsi al marketing sensoriale, che è un'ottima soluzione che viene in aiuto a capire quanto possa essere fondamentale un colore, un materiale, in modo tale che riesca a trasmettere vibrazioni particolari, diverse.



Come già detto un designer deve saper colpire le emozioni delle persone, e le varie categorie di esse: non siamo tutti uguali. Più generalmente siamo separati in diverse categorie determinate dalla mappa mentale dei sentimenti. Ma cos'è? Quando viene provocata una determinata sensazione si generano di conseguenza dei sentimenti che a loro volta vengono connessi, inconsciamente a parole.
Saranno le parole che trasmetteranno i valori al consumatore per coinvolgerlo in un acquisto.

giovedì 11 dicembre 2014

PSICOLINGUISTICA E MAPPE MENTALI

5 DICEMBRE 2014 - LABA TORBOLE, MARKETING, 
A CURA DEL PROF. CORRADO CORRADINI

La ricerca psicolinguistica studia le reazione emotive dell'essere umano, visto che la sfera emotiva ha un fortissimo impatto sui nostri comportamenti e sulla presa di decisioni. Studia infatti i fattori psicologici che stanno alla base della comprensione e dell'utilizzo del linguaggio negli esseri umani, e consente infatti il mapping di concetti e il mapping sui codici coerenti da utilizzare nella comunicazione.


I nostri comportamenti vengono determinanti dalle sensazioni che proviamo e si suddividono in:
- sensazioni fisiche
- sensazioni mentali
Il confronto di esse ci porta a provare emozioni, che sono un qualcosa di astratto ma che la nostra mente ci porta ad associare a parole. Di conseguenza un'emozione da noi definita in una determinata maniera sfocia nel portaci ad effettuare azioni in base al nostro stato mentale. Questo circolo chiuso viene definito nel marketing tramite i linguaggi. 
I linguaggi si basano su parole chiave. Infatti nel nostro inconscio una parola chiave ci apre un proposizione, un ragionamento, un pensiero. C'è da considerare che una parola chiave ci indirizza a svariati pensieri dettati dal nostro stato d'animo. Tutte queste parole vengono posizionate all'interno di mappe mentali generali che consentono al marketing di individuare e sviluppare  collegamenti emotivi tendenziali, che portano allo sviluppo di archetipi collettivi, allo scopo della vendita e pubblicizzazione di un prodotto.

giovedì 4 dicembre 2014

I POLI EMOZIONALI SUPERFICIALI: COME AVVENGONO LE PULSIONI D'ACQUISTO


28 NOVEMBRE 2014 - LABA TORBOLE, MARKETING, 
A CURA DEL PROF. CORRADO CORRADINI

Come trattato nell'ultimo post possiamo dire che il nostro ego, o inconscio, è il generatore di tutte le nostre pulsioni che ci portano ad una scelta. Il marketing, che deve vendere un prodotto, tramite la pubblicità, se sviluppata bene, sfrutta l'inconscio e la conoscenza dei tre driver: energia, empatia ed esistenza. 
Quindi possiamo scindere due categorie di pulsioni:
  • impulso d'acquisto: determinato dalla nostra parte razionale che determina una necessità di vario genere.
  •  acquisto d'impulso: determinato dalla nostra parte irrazionale che ci spinge a fare un acquisto non ragionato, generato dal desiderio.
In realtà il nostro inconscio e la nostra parte razionale continuano a scontrarsi  e relazionarsi continuamente generando pensieri ed emozioni.
Queste relazioni vengono chiamate poli emozionali superficiali e generalmente sono 8 ed a carattere bipolare.


Questi poli in realtà generano un ciclo interiore che ci spinge a "comprare" per raggiungere la felicità. Infatti è la sofferenza che genera mercato. Per superare la fase di depressione "compro" per arrivare al relax, poi alla serenità. Raggiunto l'apice del benessere, cioè la felicità, ovvero il nostro obbiettivo, il ciclo ricomincia passando da euforia, eccitazione e aggressività che ci riportano in uno stato di sofferenza. E' a questo punto che il marketing colpisce. Il marketing utilizza la clasterizzazione o clustering per sviluppare una pubblicità efficace che ci spinge a comprare nel momento di sofferenza. Il clustering è un'analisi multivariata di dati relativa alla somiglianza fra elementi comuni e non uguali, perché la mente collettiva, e quindi due elementi uguali, non esistono.

giovedì 27 novembre 2014

I DRIVER DELLA COMUNICAZIONE



21 NOVEMBRE 2014 - LABA TORBOLE, MARKETING, 
A CURA DEL PROF. CORRADO CORRADINI

Alla base della comunicazione di un prodotto ci stanno linguaggi, simboli, suoni,  immagini che devono fare provare emozioni. La pubblicità infatti si basa sul mi piace/non mi piace, generato dalla lettura di immagini che noi associamo a differenti sensazioni, come nell' esempio del simbolo del triangolo rovesciato la nostra mente a primo impatto associa al segnale di attenzione. Queste correlazioni psicolinguistiche però variano completamente in base a luoghi, culture e società.
Alla base della comunicazione e quindi del nostro ego, ci stanno tre driver fondamentali: energia, empatia ed esistenza.


ENERGIA: è la capacità di creare movimento verso una scelta.
EMPATIA: è il movimento generato dall'energia che viene indirizzato verso il piacere o il non piacere.
ESISTENZA: è la consapevolezza totale di esistere e quindi poter fare delle scelte.

Quindi se voglio essere compreso il mio messaggio deve essere energetico, empatico e dare un motivo all'esistenza: questo è il caso in cui una pubblicità è valida.
Tal discorso non è valido per ogni cultura, infatti l'obbiettivo di un messaggio sarà differente in base ad ogni società, che avrà differenti valori condivisi collettivi. Se non si comprende lo stesso linguaggio non può esistere un dialogo.



mercoledì 19 novembre 2014

DREAMSLAB: CAVE3D, SCIENZA E FUTURO


DREAMSLAB (Dedicated Research Environment for Advanced Modeling and Simulations) si trova a Pisa, nel Palazzo della Carovana della Scuola Normale Superiore di Pisa.
Il team di ricercatori e dottorandi si occupa della visualizzazione e manipolazione tridimensionale di dati con una simulazione che sfiora la realtà.


Il cuore del laboratorio è Cave3d, un'ambiente virtuale riconfigurabile.
l'operatore si muove in questa stanza di 3mc, riusciendo a muoversi all’interno di molecole, spezzarle e ricomporle con le mani, variare le forze che agiscono tra le parti, alterare le sequenze, simulare il funzionamento di sistemi complessi, fino a controllarne i processi in modo da progettare dei nuovi prodotti in un vasto settore di attività, come per esempio in diversi campi culturali, scientifici, chirurgici, di riabilitazione e in campi urbanistici e di restauro.
Dreamslab offre quindi al pubblico l'unione tra realtà e mondo virtuale, per riuscire a risolvere problematiche attuali, avvicinandosi sempre di più ad un futuro prossimo.

MARKETING EMOTIVO: L'INTENTION TO BUY


14 NOVEMBRE 2014 - LABA TORBOLE, MARKETING, 
A CURA DEL PROF. CORRADO CORRADINI


L' uomo compra emozioni non oggetti.
Se analizziamo questa frase possiamo notare come l'acquisto sia influenzato da emozioni. quante volte ci è successo desiderare qualcosa, veder il prezzo e pensare che è un prezzo accessibile anche se in realtà è oneroso! Le emozioni spesso sono più forti della razionalità e ci inducono a fare acquisti dove accettiamo un'onere che ci permette di avere beneficio dall'oggetto ma in realtà è solo un beneficio psicologico e non concreto. Se un oggetto non ci fa percepire emozioni probabilmente risulterà essere invenduto. Un'altro fattore da considerare è il tempo. Per essere più chiari la durata dell'emozione che ci ha spinto a comprare che definisce in quanto precipita il valore dell'oggetto per noi. Un emozione infatti avrà una durata e definirà quanto e in quanto tempo sarò più o meno soddisfatto di un oggetto.

Tutto ciò può essere riassunto con il termine Price Sensitivity, quindi la sensazione di prezzo. Ma il fattore principale risulta essere l' intention to buy (ITB), cioè la volontà di comprare un' oggetto che si suddivide quindi in emotional price (PE=prezzo emotivo) e real price (PR=prezzo reale).
Analizzando bene il PE situò dire che è il valore personale che noi diamo ad un oggetto. Ma il PE si trasforma in Premium Price nel momento in cui un'azienda affida un prezzo più alto al prodotto per far credere che esso sia di miglior qualità di ciò che è in realtà. I valori che determinano il PE possono essere il gusto personale, la reputazione sociale del brand, la marca, le prestazioni del prodotto, le promozioni e la pubblicità.


Quando decido, però, di acquistare un prodotto (ITB)?
se PR>PE allora non acquisto
se PR<PE allora acquisto



MARKETING E DESIGN: MATERIALI E EMOZIONI


7 NOVEMBRE 2014 - LABA TORBOLE, MARKETING, 
A CURA DEL PROF. CORRADO CORRADINI

Il design è un linguaggio tramite il quale un designer da vita ad un oggetto. Lo scopo è di rendere anche la cosa più banale innovativa, utile, senza tralasciare, comunque, l'estetica. Ci sono quindi diversi parametri che influenzano le scelte di progettazione, quali ergonomia, praticità, vendibilità e soprattutto da non sottovalutare la scelta dei materiali. Un materiale risulta fondamentale perché un prodotto sia riuscito o meno. La scelta del materiale, la lavorazione, le caratteristiche tecniche posso fare provare emozioni differenti rispetto alla scelta di un materiale differente e quindi influenzano parecchio la scelta dell'acquirente. Se il lavoro del designer è fare provare emozioni tramite un oggetto la scelta del materiale è fondamentale. Quindi di essenziale importanza è che il progettista abbia un'ampia conoscenza dei materiali e soprattuto delle tecnologie in via di sviluppo. In questo caso è importante citare anche delle materie completamente diverse dalla progettazione di oggetti, quali la fisica e la chimica che portano allo sviluppo i materiali e quindi stanno alla base del design.




Il fattore emotivo è quindi un seguito diretto alle scelte del designer, che dovrà sviluppare minuziosamente tutti i dettagli, creando nel cliente il desiderio di acquistare quel prodotto perché unico. Entra quindi in gioco la Unique Selling Proposition che sta anche alla base anche del marketing moderno.

MARKETING PUBBLICITARIO

31 OTTOBRE 2014 - LABA TORBOLE, MARKETING, 
A CURA DEL PROF. CORRADO CORRADINI


Partiamo dal principio che un designer è una persona che crea un oggetto che deve fare provare delle emozioni per poi riuscire a venderlo. per riuscire a vendere un prodotto quindi bisogna ricorrere a strategie di comunicazione per trasmettere pienamente i valori dell'oggetto stesso. Ecco che si ricorre al marketing pubblicitario. Il marketing pubblicitario è l'unione fra il marketing, che ci insegna con le sue strategie a chi vendere e la pubblicità che è il mezzo tramite al quale si riesce a vendere il prodotto, influenzando l'acquirente.





Tramite la pubblicità bisogna fare in modo che l'oggetto stesso diventi frutto di desiderio; deve essere quindi assolutamente convincente. Ogni giorno noi stessi siamo influenzati da continui input che ci fanno decidere se un oggetto lo voglio oppure no, ma a volte questo procedimento avviene inconsciamente. Infatti la domanda che ci dovremmo porre è: ma questo oggetto lo desidero veramente o no? Posso acquistarlo o non posso?
Una buona campagna pubblicitaria potrebbe fare credere che un oggetto noi lo vogliamo realmente anche se in realtà non è così, e magari ci fa compiere acquisti per ottenere un qualcosa che potrebbe essere assolutamente superfluo.
La pubblicità infatti ci fa identificare in valori determinati proprio da essa e ci fa scegliere un prodotto piuttosto che un altro.
La nostra libertà è definita da un punto di scelta, che dovremmo focalizzare e analizzare attentamente prima di procedere ad un acquisto spinto da questi input che ci bombardano assiduamente.
In sostanza un oggetto deve fare suscitare emozioni, che però devono essere trasmesse ad un pubblico e ciò avviene tramite i valori che la pubblicità ci conferisce.



LA DONNA E LA PUBBLICITA'

"chi mi ama mi segua" 

Approfondendo il discorso pubblicità si può notare che a livello mediatico la donna ne fa da padrona. La figura femminile è cambiata nel tempo diventando oggetto di desiderio. Infatti la donna attira gli uomini, come riesce ad attirare egualmente le donne che si rivedono in essa. E' sicuramente una figura forte anche se alcune pubblicità non si capisce bene se cerchino di vendere la donna, il suo corpo, la sua sensualità oppure l'oggetto. Per notarlo basta fare un'analisi delle pubblicità a campionamento (vedi Pavesi, Opel, Calzedonia...).
In conclusione la figura femminile facilita sicuramente la vendita di un prodotto, diventando si un oggetto, ma in particolare un oggetto di visione.

martedì 4 febbraio 2014

LA CHIAVE DEL SUCCESSO: PERCORSO RIASSUNTIVO

4 FEBBRAIO 2014 - LABA TORBOLE, MARKETING, 
A CURA DEL PROF. CORRADO CORRADINI




Durante questo percorso scolastico di marketing, abbiamo approfondito il marketing strategico in tutte le sue fasi per arrivare al successo.
Il marketing strategico è basato sull'analisi dei bisogni dell' individui e delle aziende, per arrivare allo sviluppo di nuovi prodotti competitivi, per clienti con richiesta di caratteristiche specifiche che li differenziano dalla concorrenza, fornendo loro un vantaggio. L'azienda, per arrivare a ciò,  deve avere una visione aziendale (o vision) chiara, che deve trasmettere valori ed aspirazioni che portino al successo e quindi ad un buon posizionamento. Alcune aziende riassumono la propria vision in un motto chiamato pay-off, che deve trasmettere le idee aziendali. 
La mission, invece, è  ciò che serve per rendere reale la vision, ossia l'operatività dell'azienda nel presente che stabilisce quali sono le modalità attuative sia interne che esterne. La mission viene conclusa quando si è raggiunto l'obiettivo scelto, ovvero la vison. Una volta chiarito chi siamo e cosa vogliamo comunicare, dobbiamo tenere conto dei quattro orientamenti aziendali che indicano letteralmente la direzione in cui porta la mission aziendale. Oltre agli orientamenti ci sono però da tenere in conto anche le variabili del marketing, chiamate anche 4p e 4c, che contraddistinguono ogni orientamento.
Il mercato basato sul marketing moderno implica ad essere differenti, essere unici. Per analizzare le mie caratteristiche che mi contraddistinguono farò quindi un'analisi swot. Col termine SWOT si intende un modello di analisi per definire quali sono le opportunità per un nuovo modo di porsi verso il mercato o per cercare nuovi mercati, ma è anche un acronimo di prendere una decisione per raggiungere l'obiettivo, quindi concretizzare la mission. Tornando all vision, una parte fondamentale di essa è il brand, e la gestione di esso si chiama brand management.
Lo scopo è aumentare il valore della marca presso chi la percepisce, avvicinando il testimonial al brand. Una buona gestione del brand definisce anche un buon posizionamento.
Il posizionamento è il collocamento di un prodotto o di un servizio nella mente del potenziale cliente. Nel marketing è considerato il processo per creare un'immagine nella mente del consumatore, affinché esso possa collegare dei valori a un prodotto, un brand o all'azienda con lo scopo da parte dell'azienda di generare profitto, creandosi una buona reputazione quindi un aumento degli acquisti da parte dei consumatori.
Ecco tutti i passaggi che porteranno la nostra azienda al successo. Analizzando attentamente tutte queste fasi risulterà molto più semplice la realizzazione della vision attraverso la mission.


giovedì 23 gennaio 2014

MOSTRA IN ONORE DEL PADRE DELLA POP ART: ANDY WARHOL


20 NOVEMBRE 2013, PALAZZO REALE, MILANO

Milano, Palazzo Reale
Dal 24 ottobre 2013 al 9 marzo 2014
ORARI:
Lunedì:14.30–19.30

Dal martedì alla domenica:9.30-19.30
Giovedì e sabato:9.30-22.30


E' a Milano, al PalazzoReale che si sta svolgendo una mostra su Andy Warhol, il padre della Pop Art, sorta come risposta all'Espressionismo astratto che l'aveva preceduta e che tanto aveva dato spazio all'intellettualismo personale. Un'esposizione di 160 opere che raccontantano trent'anni di carriera di Warhol, con opere di spicco come Marilyn, Campbell soups, Coke Cans e tanti altre.



BIOGRAFIA:
Andy Warhola, il vero nome, fu un Pittore, grafico e regista statunitense. Piglio di genitori slovacchi immigrati, nato e laureato a Pittsburg, comincia la sua ascesa al successo disegnando serigrafie ispirate ai fumetti,ai prodotti commerciali e immagini tratte dai mass media. Lavora a New york, inizialmente come grafico pubblicitario per Vogue e Glamour, ottenendo diversi riconoscimenti , contraddistinti da una forte personalità ossessiva ed eccentrica che lo porterà a diventare tra i più significativi esponenti della pop art imponendosi, anche come personaggio, nella scena artistica internazionale. Molto note le sue serie serigrafiche dedicate al concetto della riproducibilità e della commercializzazione dell'arte. Nella sua carriera ci fu però un cambiamento, nel 1968, dovuto a un'attentato nel suo studio da perte della femminista Valerie Solanas, che sparò a lui e al suo compagno dell'epoca. La forte vicinanza per alcuni istanti alla morte (comunque poi presa da parte sua con ironia) segnerà in diversi tratti lo stile artistico di Wharol, e anche lo stile di vita. Morì a New York il 22 febbraio 1987, in seguito a un intervento chirurgico alla cistifellea, dopo aver realizzato 'Last Supper', ispirato all''Ultima Cena' di Leonardo, presente nell'ultima sala dell'esposizione.

SEDIA ELETTRICA

LAST SUPPER

LA POP ART:
La Pop Art, abbreviazione di popolar art, è un'arte di massa del ventesimo secolo che volutamente provoca la società dei consumi, pur porgendo attenzione ai suoi miti e alle sue usanze. Ne prende i soggetti e li distorce utilizzando nuovi mezzi espressivi. In un mondo dominato dal consumo, la Pop art respinge l'espressione dell'interiorità e dell'istintività e guarda, invece, al mondo esterno, al complesso di stimoli visivi che circondano l'uomo contemporaneo: il cosiddetto "folclore urbano".Nella Pop Art e per Andy Warhol i prodotti e gli oggetti della società urbana si elevano a capolavori artistici, che spesso utilizzano mezzi espressivi quali il fumetto, la pubblicità, il collage, lafotografia, il video, a loro volta protagonisti del mondo contemporaneo.

PETER BRANT
Per la mostra c'è da ringraziare sopratutto il magnate Peter Brant, che è anche il curatore della mostra, collezionista accanito delle opere di Warhol. Spiccano le celeberrime serigrafie dell'artista americano, nelle quali il soggetto viene reiterato fino a perdere il proprio significato, pronto solo ad essere "consumato" dal visitatore avido di immagini, che con la propria curiosità si uniforma con coerenza a ciò che quotidianamente accade nel mondo.


lunedì 20 gennaio 2014

MARKETING STRATEGICO: IL POSIZIONAMENTO

15 GENNAIO 2014 - LABA TORBOLE, MARKETING, 
                                                 A CURA DEL PROF. CORRADO CORRADINI





Il posizionamento è il collocamento di un prodotto o di un servizio nella mente del potenziale cliente. Nel marketing è considerato il processo per creare un'immagine nella mente del consumatore, affinché esso possa collegare dei valori a un prodotto, un brand o all'azienda con lo scopo da parte dell'azienda di generare profitto, creandosi una buona reputazione quindi un aumento degli acquisti da parte dei consumatori. Il posizionamento è una delle principali attività del marketing d'impresa. In un dato segmento di mercato il posizionamento indica la posizione del prodotto nei confronti dei prodotti della concorrenza. Il posizionamento del prodotto determina quindi la strategia marketing del prodotto. Il marketing strategico infatti definisce la strategia di posizionamento, che è composta da:

  • Creazione di una reputazione con selezione di criteri. il compratore deve assolutamente scegliere il nostro brand (definito dai propri caratteri distintivi), invece che uno della concorrenza.
  • Azioni di comunicazione sugli influencer per amplificare la propagazione dei valori. Gli influencer sono persone completamente travolte dalla personalità del brand, e portano il mercato verso determinati valori. Trasmettono i valori del brand a un target indifferenziato che è l'audience.
  • Per mezzo degli influencer, la propagazione si indirizza verso l'audience come target di riferimento. Un forte esempio sono i media, ma più semplicemente anche persone che trasmettono anche inconsapevolmente dei valori all'audience.
  • L'audience è prevalentemente formata da un target identitario che garantisce l'efficacia di vendita. Con target identitario s'intende il target a cui piacciono i valori di un brand e ovviamente la sua reputazione.
  • Verifica del modello di business, del piano di vendita e del ROI (Return on investment): il modello business è l'insieme delle soluzioni organizzative e strategiche attraverso le quali l'impresa acquisisce vantaggio competitivo, mentre il ROI definisce quanto rende il capitale investito in quell'azienda.
  • Feedback sulla strategia e potenziamento.


Questo schema rappresenta chiaramente le varie fasi del posizionamento, ma bisogna tenere da conte che tale schema non è mai fisso ma variabile nel tempo


La percezione del consumatore si basa sui valori ed è per questo che tutti noi nel momento dell'acquisto veniamo influenzati dal brand e dai valori, spesso fantasiosi, che esso sprigiona in noi. Ed è per questo che ogni volta che ci avviciniamo ad un acquisto siamo e saremo influenzati sempre di più ed in modo inconsapevole dalle varie tipologie di brand.

lunedì 13 gennaio 2014

MARKETING IMMAGINTIVO: LA UNIQUE SELLING PROPOSITION

9 GENNAIO 2014 - LABA TORBOLE, MARKETING, 
                                                 A CURA DEL PROF. CORRADO CORRADINI


La unique selling proposition è il tratto distintivo originale dell'azienda o del prodotto. Questo termine negli anni Cinquanta fu coniato da Rosser Reeves. Ovvero sosteneva che ogni avviso pubblicitario deve presentare un'offerta che deve essere esclusiva e non proponibile da altri concorrenti; l'offerta deve risultare così forte da attirare nuovi consumatori al prodotto. Sosteneva che per vendere bisogna essere chiari, semplici e decisi. Il mercato è cambiato negli ultimi anni e dato che il mercato è altamente competitivo e rispetto al passato ci sono vari fattori da tenere in considerazione e va sottolineato che la Unique Selling Proposition è al centro di questa competizione.
ma dopo un prima premessa analizziamo meglio i termini:
- unique: la promessa deve essere qualcosa che la concorrenza non può o non sa offrire. Deve essere unica nel suo tipo di mercato e riguardante sia la marca che il prodotto.
- selling: l'obiettivo di ogni comunicazione è vendere il beneficio unico ed esclusivo del prodotto. Deve dare un'immagine chiara e sintetizzata usando le giuste parole, suoni e immagini.
- proposition: ogni prodotto deve offrire una promessa al consumatore, deve convincere il consumatore che se comprerà quello specifico prodotto avrà un beneficio. Il messaggio che si trasmette deve essere forte da muovere il consumatore verso l'acquisto e attrattivo da far muovere le masse.


Si tratta di un modello teorico del marketing immaginativo che ti permette di posizionare con precisione il brand/prodotto e di distinguerti dalla concorrenza. Infatti il comportamento all’acquisto non dipende più solo dal reddito e dal gusto personale, ma anche dall’insoddisfazione dei consumatori per le alternative offerte dal mercato.


Oltre allo sviluppo del mercato c'è stato anche lo sviluppo sociale. La USP è un fattore da tenere assolutamente in considerazione, infatti la USP è un trasmettitore di mito. Deve incitare a comprare immediatamente un prodotto. Infatti le pubblicità hanno indotto allo sviluppo della società a e spesso alla realizzazioni di miti
La usp deve essere tale da muovere masse, milioni di persone che comprano, serve a posizionare con precisione il brand del prodotto nella mente del consumatore. E' infatti usata dalle prime 500 aziende globali che rappresentano, attualmente, il 70% del mercato globale.

Crodino - L’analcolico biondo fa impazzire il mondo
Labello -Labbra da baciare
nivea - per una pelle incredibilmente morbida
audi quattro - land of quattro
Riomare - Così tenero che si taglia con un grissino
amica chips - la patata tira
Lavazza - Più lo mandi giù e più ti tira su
ikea- basta poco per vivere meglio
Fonzies - Se non ti lecchi le dita godi solo a metà


E' comunque facile confondere la Usp con il pay-off che riguarda la Vision, ma sono cose differenti:

pay-off:
-si rivolge al brand
-trasmette immediatamente la vision

usp:
-impulso all aquisto
-inimitabile

In comune hanno il fatto che devono essere facilmente riformabili tramite la memoria visiva.


La USP sarà sempre più studiata e sarà la vera arma di differenzazione fra i prodotti e le aziende.
Da smepre uomo e culture hanno cercato di essere differenti e generare attrattività, è per questo che la USP è orma un concetto fondamentale nel marketing.



lunedì 6 gennaio 2014

FARINA ANTIQUA: IL FURTIVE BRAND

19 DICEMBRE 2013 - LABA TORBOLE, MARKETING, 
                                       APPROFONDIMENTO FURTIVE BRAND,FARINA ANTIQUA




Antiqua è una farina macinata a pietra a filiera corta certificata che nasce solo da grani piemontesi provenienti da 45 aziende agricole riunite in un solo consorzio di garanzia che seleziona soltanto terreni lontani da città, autostrade e fabbriche nel rispetto di un disciplinare di produzione per ottenere grani a residuo zero, lavorata da un mulino che risparmia circa 150 ton di CO2 ogni anno grazie a 1600 mq di pannelli fotovoltaici e che garantisce rigidi controlli qualitativi ed igienico-sanitari anche grazie ad una selezione ottica che scansiona ogni chicco di grano attraverso otto fotografie.

Antiqua conserva tutti gli elementi nutrizionali del grano per la presenza di tegumenti della crusca e del germe contenuti nello strato aleuronico del chicco che grazie alla macinazione a pietra rimangono nella farina.

La farina antiqua si contraddistingue perché:
  • all’apertura del sacco per il chiaro profumo di grano
  • per l’aspetto antico di una farina finissima e lievemente ambrata
  • nella lavorazione per la maggiore capacità di assorbire l’acqua
  • nell’impasto per il color nocciola e il profumo intenso
  • nella cottura per la  colorazione brunita della mollica e della crosta
  • nella degustazione per la sua capacità di lasciare in bocca un gusto dolce e rotondo di grano, che  bilancia e ben si amalgama con quello degli altri ingredienti

Le farine della linea Antiqua contribuiscono ad uno stile di vita più sano, perché conservano tutti gli elementi nutrizionali del chicco in quanto con la macinazione a pietra, per la presenza di tegumenti della crusca,del germe e dello strato aleuronico del chicco (lo strato proteico in aderenza alla crusca) la farina risulta essere:
  • ricca di fibre solubili e insolubili (per favorire la motilità intestinale)
  • ricca di tocoferoli: antiossidanti naturali (per combattere i radicali liberi e prevenire l’invecchiamento delle cellule)
  • ricca di vitamina E (per aumentare il potere antiossidante)
  • ricca di sali minerali (per il benessere dell’organismo)
  • povera di carboidrati (per diminuire il potere calorico)


Le società internazionali SGS e DNV hanno certificato  l'azienda  Molini Bongiovanni ed il prodotto Farina Antiqua.


Come appena descritto sopra, Farina Antiqua però è un brand di un prodotto che risponde all'azienda Molini BongiovanniMolini Bongiovanni S.p.A. nasce nel 2003 ed è il risultato della concentrazione in un unica unità produttiva di tre storici molini. Molini Bongiovanni ha creato un sistema di messa a punto delle singole ricette di farina che nascono dalla collaborazione tra i tecnici del cliente e quelli del molino. L’impianto di miscelazione abbinato a quello di macinazione, consente poi di memorizzare e riprodurre le infinite ricette, ognuna di queste a misura di esigenza di ogni singolo cliente. Accanto alle farine su misura, per la lavorazione artigianale classica, vengono prodotte specifiche farine dedicate, riunite sotto i brand “Mastro Artigiano®”, al quale si affiancano gli storici marchi “Molino Virano®” e “Molino Moccagatta®” per assicurare ad ogni utilizzatore la giusta farina per ogni applicazione. 
Infine, l’ultimo nato ai Molini Bongiovanni è il brand “Antiqua®” che raggruppa sotto il suo nome una linea di farine macinate a pietra naturale, Un prodotto certificato a km. zero, impatto zero e residuo zero.



Ecco un esempio classico di furtive brand. in questo caso noi acquirenti non identifichiamo il marchio Farina Antiqua in quello di Molini Bongiovanni, credendo che farina antiqua sia un brand a se stante. si può comunque notare che farina antiqua è un prodotto molto valido e quindi il fatto di separare i brand può risultare un ottimo metodo di marketing strategico, che porterà il brand al successo.

MARKETING STRATEGICO: IL BRAND MANAGEMENT

19 DICEMBRE 2013 - LABA TORBOLE, MARKETING, 
                                                 A CURA DEL PROF. CORRADO CORRADINI


Il BRAND MANAGEMENT è traducibile come la gestione del brand, ovvero la parte fondamentale della vision, e si occupa della conservazione o evoluzione del brand.
E' anche lo sviluppo pratico delle teorie di marketing strategico che riguardano la marca, sia che si tratti di un marchio istituzionale, sia che si tratti di un prodotto.
Lo scopo è aumentare il valore della marca presso chi la percepisce, avvicinando il testimonial al brand. Infatti, la gestione corretta del brand management dovrebbe aumentare le vendite aumentando così il "brand equity" o valore del marchio, definito dalla sua diffusione e dalla simpatia che si ha per esso. Una buona gestione di brand porta un'azienda a posizionarsi positivamente sul mercato.


Il brand management ci porta a scegliere un giusto brand, in modo tale che il brand arrivi successo. ma per avere successo un brand deve avere determinate caratteristiche. 
Il brand deve essere:
  • pronunciabile
  • ricordabile
  • riconoscibile
  • traducibile
  • attraente
  • deve suggerire caratteristiche e benefici
  • riconduce all'immagine all'azienda madre
  • si distingue per il posizionamento rispetto alla concorrenza (lo ricordo più di altri brand, dove per esempio, un prodotto “ruba” il nome diventando rappresentativo di una categoria, nel caso del "cotton fioc", della carta "scottex" etc.)
  • registrabile facilmente:se vado all'ufficio brevetti devo renderlo facilmente riproducibile ed identificabile.

TIPOLOGIE DI BRAND

Il brand si divide in diverse tipologie

  • in base al portafoglio prodotti: quanti prodotti detiene il brand
- mono brand, generalmente usato per uno o pochi prodotti, che evoca atmosfere funzionali al prodotto a cui si riferisce


- family brand generalmente riferito a molti prodotti, non ne evoca le caratteristiche specifiche essendo spesso prodotti anche diversi fra loro, ma richiama situazioni emotive o valori astratti. 


  • In base all'identificazione con l'azienda il brand si divide in:
Corporate brand: usato sia per i prodotti che per l'azienda, ne richiama l'immagine e le competenze distintive ( di solito è lo stesso dell'azienda)


Furtive brand: non si identifica con l'azienda e si riferisce solo a prodotti specifici,

 anche se il furtive brand si riferisce alla mission aziendale.


  • tipologia differenziata o ibrida (mix fra brand di prodotto e brand aziendale)
-brand incorporati: viene usato sopratutto quando il "furtive brand" è trainante (esempio "Mulino Bianco" che è il family brand e "Barilla" che è il corporate brand)
- brand individuali: ogni prodotto ha un nome distintivo che non richiama ne il prodotto ne l'azienda.